IL MANDOLINO A 6 E 4 ORDINI DEL XVIII SECOLO: QUALI CORDE?

di Mimmo Peruffo

Introduzione

Quando si affronta il problema di che tipo di corde utilizzarono i Mandolini a sei e quattro ordini del Settecento la prima cosa che balza agli occhi è la grande eterogeneità che si ritrova in queste montature. L’aspetto che pone maggior difficoltà di comprensione è rappresentato comunque dal fatto di utilizzare, nel Mandolino a 4 ordini napoletano in particolare, un cantino di budello mentre le restanti sono di fili di metallo singolo e metallo intrecciato fino ad arrivare all’utilizzo di corde rivestite su anima di budello o seta per l’ultimo ordine. A completare il quadro, già di per sè eterogeneo, si ha infine anche un mix tra disposizione in unisono e in ottava degli ordini.
Perché si utilizzò un cantino di budello e non una corda di metallo come per gli ordini a seguire e come poi effettivamente accadde nel corso del XIX secolo?
Il quesito è lecito: il carico di rottura medio del budello è infatti di ‘soli’ 34 Kg/mm2, molto più basso rispetto a quello medio del Ferro e dell’Ottone del tempo il quale superava facilmente ì 100 Kg/mm

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Roma (Museo Nazionale degli Strumenti Musicali)

Indagine finalizzata alla misurazione del diametro dei fori per le corde gravi nei ponticelli dei liuti storici e anche per la realizzazione del  ‘Database Corde Antiche Musei’ (Dicembre 2006, Febbraio e Aprile 2007, Febraio 2008)

(grazie a questo lavoro siamo riusciti a raccogliere alcune centinaia di fotografie degli strumenti non esposti al pubblico e/o sfasciati; pari probabilmente all’intera collezione degli strumenti a pizzico e ad arco del museo ad esclusione delle arpe. Il lavoro consiste ora nell’elaborazione dei dati raccolti assieme ai campioni di corda)
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Vienna (Kunsthistorische National Museum)

Indagini concernenti la misura del diametro dei fori per le corde gravi nei ponticelli dei liuti storici (eseguite nel 1993 e in altre annate sucessive)

Indagine finalizzata alla realizzazione del  “Database Corde Antiche Musei”  (Gennaio 2005)

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Oxford (Ashmolean Museum)

Indagini concernenti la misura del diametro dei fori per le corde gravi nelle cordiere di alcuni strumenti ad arco.

Indagine finalizzata alla realizzazione del  ‘Database Corde Antiche Musei’ (Novembre 2008).
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Bruxelles (Musèe Royal Instrumental)

Indagini concernenti la misura del diametro dei fori per le corde gravi nei ponticelli dei liuti storici (eseguite in differenti annate).

Indagine finalizzata alla realizzazione del  ‘Database Corde Antiche Musei’ (Giugno 2004 e Dicembre 2006)
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Manifattura storica corde di budello

Queste sono le prime immagini in assoluto concernenti alcune fasi della manifattura storica delle corde di budello così come ci è stata insegnata dai pochi anziani cordai italiani della regione Abruzzo e di Napoli negli anni 2007-2008. Queste fasi sono straordinariamente simili a quelle descritte nei documenti del tardo XVIII secolo e secolo seguente.

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La Corderia Storica Veneta

Città di Padova

Cronologia degli avvenimenti della corderia ‘Priuli detto Romanin’ nella città di Padova (nostre ricerche del 2002-2004)

1) La corderia viene fondata nel 1613 da Antonio Romanin  cui subentrò Antonio Priuli. La ditta fu perciò chiamata ‘Antonio Pruli detto Romanin’ e così rimase per successive proprietà ereditarie fino alla famiglia Callegari.

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La corderia storica abruzzese

Le ragioni di una ricerca

La ricerca che stiamo andando a presentare prende il via quasi  inconsapevolmente nell’autunno del 2006, quando ci recammo ad Acerra (NA) ad intervistare uno degli ultimi anziani cordai abruzzesi erede della  tradizione cordaia  del padre che fu operante a Napoli.  La nostra intenzione era quella di raccogliere delle informazioni generali inerenti la storia dei cordai italiani.

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Progetto corde per Cello da Spalla

Nel 2006 abbiamo ricevuto una richiesta da parte del liutaio Dmitry Badiarov riguardante la progettazione di una montatura di corde per Violoncello da Spalla: quelle che seguono sono alcune immagini dei giorni della loro messa punto

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Progetto corde Octobass

Nel 1996 abbiamo ricevuto una richiesta da parte del Musée de la Musique di Parigi per la realizzazione di due copie della montaturaoriginale dell’Octobass costruito nel 1850 da Jean Baptiste Vuillaume (1798-1875).

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